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Chiusura Social Cannabis Club Barcellona

I Social Cannabis Club di Barcellona rischiano di chiudere?

I 200 Social Cannabis Club di Barcellona rischiano la chiusura dopo che la corte suprema ha chiuso la “scappatoia” legale che ha permesso alla città diventare la capitale spagnola della marijuana.

È l’ultima di una serie di battute d’arresto per le asociaciónes, come sono chiamate in Spagna.

Cosa sono i Social Cannabis Club

I Social Cannabis Club di Barcelona nascono come associazioni no profit regolarmente registrate e formate da consumatori adulti di cannabis che si organizzano nella produzione per il proprio consumo personale. Si fornisce così un’alternativa al mercato nero, prevenendo anche l’accesso dei minorenni alla cannabis.

Sebbene siano essenzialmente club privati, le associazioni sono diventate il principale punto di vendita per i turisti, con una quota di iscrizione, generalmente intorno ai 10 euro.

Il problema

Nel 2017, la corte ha annullato una legge approvata dal parlamento catalano che diceva che “il consumo privato di cannabis da parte di adulti … fa parte dell’esercizio del diritto fondamentale al libero sviluppo personale e alla libertà di coscienza”.

Da allora i Club hanno operato sotto una legge della città di Barcellona che ne regolava l’uso, ma anche questa è stata recentemente rovesciata.

I giudici hanno infatti stabilito che le autorità cittadine non erano competenti a legiferare su questioni di Stato, in particolare se riguardano la salute pubblica.

Le conseguenze per i Social Club

“La maggior parte delle associazioni teme che prima o poi saranno costrette a chiudere”, ha detto Eric Asensio, portavoce della Federazione delle Associazioni Catalane della Cannabis. Circa il 70% dei Cannabis Club spagnoli sono in Catalogna e la maggior parte a Barcellona.

La Città, che sostiene lo status quasi legale delle associazioni, le ha informate che l’ultima sentenza proibisce “la vendita, il consumo o la promozione” della cannabis. Presto inizieranno le ispezioni dei club, cominciando da quelli con l’impatto “più negativo” e che sono orientati verso i turisti e le vendite di massa.

Le associazioni hanno cominciato come club privati dove i membri potevano comprare e fumare cannabis sul posto. Negli ultimi anni molte si sono allontanate da questo modello per diventare punti vendita per le massicce quantità di cannabis coltivate in Catalogna. In alcuni casi è risultato che queste attività fossero sotto il controllo delle mafie dell’Europa dell’Est e di altri paesi.

Tuttavia, le associazioni, le autorità cittadine e la polizia sono tutte d’accordo che i club riducono lo spaccio e il consumo di strada. La polizia dice di non essere contraria in linea di principio ai club.

“Ancora una volta la magistratura attacca le associazioni senza tener conto della realtà di Barcellona, una città che ha convissuto con queste entità per più di 30 anni”, ha detto la Federazione in un comunicato.

“Le associazioni di Barcellona sono un modello pionieristico in Europa, esportato a livello internazionale, l’applicazione di nuove politiche di droga che si concentrano sulla persona e la sua salute”.

La Federazione ha chiesto di far parte di un tavolo di lavoro che il consiglio comunale sta creando per cercare una soluzione legislativa.

Fonti: The Guardian

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