Adottato il testo depositato lo scorso Luglio in Commissione Giustizia della Camera. Prevede la legalizzazione di picole quantità e l’inasprimento delle pene per chi spaccia ai minorenni
Il testo, depositato dal presidente della commissione Giustizia Mario Perantoni (M5s) lo scorso Luglio, rappresenta una sintesi delle tre proposte di legge presentate dal 2019 ad oggi. Composto di 5 articoli, il provvedimento mira a modificare il testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati.
Coltivazione domestica della cannabis, limitata a quattro piantine femmine
“Sono consentite a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.
Cannabis, pene e sanzioni
Nell’articolato si inaspriscono alcune pene e, allo stesso tempo, se ne “depotenziano” altre. “Chiunque, essendo munito dell’autorizzazione” a coltivare cannabis “illecitamente cede, mette o procura che altri mettano in commercio le sostanze o le preparazioni è punito con la reclusione da 8 a 20 anni e con la multa da 30.000 a 300.000 euro”. Al contrario, la pena è meno pesante (reclusione da 3 a 12 anni e multa da euro 20.000 a 250.000 euro) se le attività illecite riguardano le sostanze o le preparazioni indicate nella tabella II di cui all’articolo 14, ovvero la cannabis.
Lieve entità e pubblica utilità
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette uno dei fatti previsti” dalla legge che, “per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la quantità delle sostanze, è di lieve entità, è punito con le pene della reclusione fino a due anni e della multa fino a euro 10.000. Si applica la reclusione fino a un anno e la multa fino a euro 6.500 nei casi di cannabis.
Quando il delitto è stato commesso da persona tossicodipendente o da assuntore abituale di sostanze stupefacenti o psicotrope, la cui condizione è stata certificata da una struttura sanitaria pubblica o da una struttura privata autorizzata, il giudice, con la sentenza di condanna o di applicazione della pena su richiesta delle parti, su richiesta dell’imputato e sentito il pubblico ministero, qualora non debba essere concesso il beneficio della sospensione condizionale della pena, può applicare la pena del lavoro di pubblica utilità.
Il lavoro di pubblica utilità può sostituire la pena per non più di due volte. Nessuna riduzione (le norme non si applicano) nei casi in cui le sostanze stupefacenti e psicotrope sono consegnate o comunque destinate a persona di minore età. Infine, vengono soppressi gli illeciti e le sanzioni amministrative, come ad esempio la sospensione della patente.
Gli schiaramenti
Favorevoli: Pd, M5s, Leu, +Europa, Elio Vito (Forza Italia)
Contrari: Lega, Forza Italia, FdI
Astenuti: Italia Viva
E adesso cosa succede? Si può coltivare Cannabis in casa?
Purtroppo il testo non è ancora legge ma è un passo avanti. L’approvazione di un testo base da parte di una Commissione – in questo caso la commissione Giustizia – non è legge. La cosa più urgente è che il testo venga calendarizzato per il voto in Aula a Montecitorio. In caso di voto favorevole, lo stesso percorso dovrà essere svolto in Senato. Se, e solo se, l’Aula di Palazzo Madama approverà il testo votato alla Camera, la proposta diventerà effettivamente legge. In caso contrario il testo tornerà a Montecitorio per un ulteriore passaggio.
Insomma, l’iter burocratico ancora lungo e per ora l’autoproduzione non è ancora legale.